FRANCIA - IL FOTORACCONTO
Francia in moto: un viaggio on the road lungo un mese alla scoperta di una delle Nazioni più visitate al mondo.
ITINERARIO
Moto, tenda e fornellino. Sono state queste le costanti di un viaggio in moto all'insegna della scoperta e dello spirito di avventura e perché no, anche del risparmio! In Francia i campeggi sono praticamente ovunque, ben tenuti e molto economici, quando non addirittura gratuiti. È sufficiente una qualsivoglia striscia di terra per piantare la tenda e bivaccare senza preoccupazioni. Quello che non deve mancare è la capacità di arrangiarsi. In nessun'altra Nazione è così facile trovare un luogo per dormire eppure si incontrano ben pochi motociclisti che sfruttano questa opportunità. Albergo più ristorante consentono sicuramente un maggiore relax, ma forse tolgono qualcosa al fascino del viaggio on the road.
Guidando per migliaia di chilometri il senso che appaga di più è senza dubbio la vista, ma quello che ogni volta si riscopre e ci sorprende di più è sicuramente l'olfatto. Prima ancora di vedere gli sterminati campi di lavanda della Provenza li si fiuta in un inaspettato crescendo, prima un po' inconsciamente e poi sempre più distintamente. L'odore è delicato e inebriante al tempo stesso. Tuttavia quando è diffuso nell'aria ricorda molto quello del fiore di camomilla. Dopodiché si schiudono alla vista ampie distese collinari dal caratteristico colore. Non è un caso se ci si sente nel mezzo della tavolozza di un pittore. Siamo infatti nelle terre di Arles e di Avignone che hanno ospitato e stimolato il talento del celebre Vincent van Gogh.
Attraversare numerosi paesini così caratteristici e profumati fa dimenticare di essere solo a pochi chilometri dalla più caotica civiltà. Il paesaggio naturale e rurale offre una istantanea senza tempo. Percorrere queste strade in moto non fa che esaltare il senso di vicinanza a questa realtà. L'abbazia di Sénanque rappresenta il caso più emblematico: la si scopre solo all'ultimo momento, custodita gelosamente dai colli ricoperti dalla ormai nota infiorescenza che, come da tradizione si utilizza per la produzione di balsamo, sapone, pigmenti o in sacchetti di stoffa.
Dirigendoci verso la tappa seguente scorgiamo un'altura ergersi lampante al di sopra del territorio circostante. La curiosità ha la meglio e dopo un breve tragitto ci ritroviamo alle pendici del Mont Ventoux. È una vera e propria scoperta inattesa: un massiccio di quasi 2000 metri circondato da quasi totale pianura, La vetta, numerose volte tappa del Tour de France, è senz'altro un traguardo interessante merito anche degli ampi e spogli tornanti che regalano una guida appagante e del panorama che domina un'intera regione. Il forte vento della cima (non a caso il nome Ventoux, ovvero "ventoso") non ci vieta la gratificazione della vista mozzafiato coronata da una birra ghiacciata.
Visitare la Francia significa indubbiamente fare i conti con il forte vento, tanto intenso e costante da plasmare un intero territorio. Lo testimonia la Dune du Pilat, ovvero la duna di sabbia più alta d'Europa, attorniata dal mare da un lato e da foreste a perdita d'occhio dall'altro. La salita è piuttosto faticosa e si può effettuare unicamente a piedi data la volubile precarietà del suolo. Per la prima volta ci è concessa la maestosa vista dell'Oceano Atlantico. La discesa è invece estremamente rocambolesca e divertente: ci si può letteralmente gettare a capofitto verso valle, consci che l'eventuale caduta sarà soffice e indolore.
Ci chiediamo perché non incontriamo molti altri motociclisti addentrarsi nella affascinante Bretagna. Le temperature scendono di molto mentre ci si awicina alla costa e il clima è estremamente variabile, questo è innegabile. Eppure è una regione unica, non solo per la presenza imponente della natura circostante ma anche per il "colore" dei villaggi e per il cibo caratteristico a base di pesce, crépe e sidro. Nella zona esistono numerosi siti di monoliti preistorici, ma l'avventura più entusiasmante è stata a Pointe du Raz, la Finisterre francese. Qui non siamo i soli: in molti si raccolgono attorno alla Notre-Dame-des-Naufrages per assistere all'incredibile spettacolo naturale del tramonto. Non paghi di aver parcheggiato quasi a ridosso dell'altura ci avventuriamo a piedi tra gli inaccessibili e pericolosi speroni della scogliera. La fatica è ben ripagata: si apre uno scenario che nessun termine può descrivere oltre.
I famosissimi e caratteristici castelli francesi sono anche molto ma molto numerosi. Sono presenti soprattutto, come è noto anche ai profani, nella valle della Loira. Visitare l'ennesimo castello dopo averne già visti in quantità non è stato affatto un peso come potrebbe sembrare. Anche se molti di essi finiscono inevitabilmente per rassomigliarsi, ognuno nasconde però una rarità che va cercata e scoperta con intelligenza e creatività. Forse il vero valore aggiunto a ognuno di essi è stato raggiungerli guidando: se prima erano solo dei punti sulla sterminata mappa francese, poi sono diventati dei piacevoli ma dominanti elementi del paesaggio, e infine luoghi in cui far correre libera l'immaginazione del passato.
Proseguendo verso il nord della Bretagna un suggestivo itinerario consiste nel percorrere l'irregolare linea costiera da Roscoff a Perros-Guirec, passando per la costa di granito rosa. La destinazione è la riserva naturale di Sept-iles, un complesso di piccole isole protette e per questo disabitate. A questo punto è necessario abbandonare la moto e prendere il battello. Nonostante la guida parlasse solo il francese, ad un certo punto è impossibile non essere attirati da uno strano promontorio bianco candido in lontananza. Però soltanto da vicino è possibile capirne il motivo: il colore non è dovuto dalle rocce, bensì da una omogenea coltre di volatili appollaiati a migliaia su tutto l'isolotto. Delle ragazze ci adescano (il fascino del maschio italiano) ci offrono cibo e birra a fiumi ma purtroppo nessun posto letto gratis.
Le immagini del villaggio di Oradour-sur-Glane non possono lasciare indifferenti neanche chi non conosce nulla della storia del luogo. Soltanto percorrendone le vie è possibile avvertirne la profonda suggestione. Si cammina in silenzio e in punta di piedi, istintivamente consapevoli di essere a casa altrui e di non doverne disturbare gli abitanti. Di abitanti però non ce ne sono più, uccisi così in fretta che tutto nell'intero villaggio è rimasto nella stessa posizione del giorno del massacro. Per scoprire questa cruenta storia clicca qui
Finché rimane in un concessionario o peggio in garage riesce difficile immaginare quanto lontano e quante avventure possa regalarti una moto, soprattutto se con numerosi anni sulle spalle. Che siano gli sciami di moscerini che infestano gli stagni della Camargue, gli imprevisti di qualche inevitabile riparazione straordinaria o l'equipaggiamento che rischia di volare via (la lista è molto lunga), la sfida e l'inaspettato entrano con decisione nel quotidiano. Tra i tanti momenti piacevolmente inattesi la visita alla Madone des motards, punto di incontro di un vero e proprio pellegrinaggio di motociclisti.
Visitare la reggia di Reggia di Versailles avrebbe richiesto svariate ma piacevoli ore. La fila all'esterno invece ne richiedeva dalle 4 alle 7 per nulla allettanti. La decisione per la ripartenza è quasi immediata. Per caso ci imbattiamo in una insegna (in francese): Giverny, casa di Claude Monet. La strada per raggiungerla ricorda molto il nostro Trentino, sia per le strade che per il paesaggio molto curato e verdeggiante. L'inaspettata tappa si rivela piacevole e rilassante. Purtroppo, anche se era facilmente prevedibile, tutti i quadri presenti sono delle copie. Tuttavia l'effetto complessivo non ne viene quasi per nulla diminuito.
Giunti ad Amiens non sapevamo bene cosa aspettarci. Girando per la città dalle maestose mura di cinta, si notano delle curiose sculture in bronzo e ottone. Anche questa volta in modo del tutto inatteso veniamo a sapere di essere nella città che ha ospitato Jules Verne per quasi venti anni. Pertanto è d'obbligo visitare la sua casa. Particolare in tutto, nella costruzione come nei dettagli, è davvero curiosa e interessante. Sono presenti numerosi oggetti che furono preziosa fonte di ispirazione e sicuramente anche di divertimento: il secondo piano è costruito come il sottomarino del capitano Nemo!
Anche se è una delle tappe più conosciute e quindi ampiamente viste in foto e documentari, la vista del Mont Saint-Michel fa spalancare letteralmente gli occhi. Per via delle maree, come è noto, e dell'unicità del luogo, non è possibile arrivare a ridosso dell'isola con il proprio mezzo, ma solo attraverso delle apposite navette (o battelli quando c'è alta marea). una vera meraviglia ottenuta al prezzo di qualche migliaio di chilometri da casa. E pensare che alcuni motociclisti la visitano nel fine settimana partendo da nord Italia. A proposito, quando ero in procinto di perdermi, mi sono imbattuto fortunatamente nell'utilissimo cartello che indicava la via di casa: Jesi 1506 km
La Normandia è certamente nota a tutti per il celebre sbarco restituitoci dai libri di scuola e dai film di guerra. Eppure è incredibile come i luoghi siano così diversi da come li abbiamo visti in foto o anche solo immaginati. L'area dello sbarco è infatti molto estesa e diversificata. Oltre a numerosi mezzi bellici lasciati lì a dimostrazione dell'imponente scontro, sono presenti svariate fortificazioni. Alcune sono circondate, quando ancora integre, da enormi crateri da esplosione profondi anche 3 metri. Molte sono le bandiere e i memoriali eretti dai vincitori. Innumerevoli invece le lapidi.
L'itinerario ha preso una insolita piega di carattere bellico. Le fortificazioni sembrano ancora in perfetto stato e sono disseminate nel territorio rurale e agricolo, rendendo il paesaggio un po' inquietante ma dalla forte attrazione. Alcune di esse sono vicine alle abitazioni, molto spesso ignorate o volutamente dimenticate. Veniamo a conoscenza della Linea Maginot Aquatique che a differenza di quella più famosa doveva sbarrare l'avanzamento degli avversari grazie a un complesso sistema di dighe. Purtroppo non riusciamo visitare un bunker sotterraneo perché troppo esteso: anche la visita più breve richiede svariate ore per la discesa
nelle profondità.
Il viaggio è stato un test per molte cose, ma soprattutto per i telaietti delle valigie che sono stati messi a dura prova nonostante l'ottimo manto stradale francese. Ad ogni sconnessione chi seguiva poteva vedere delle oscillazioni cospicue e per nulla rassicuranti. Con l'accumularsi dei chilometri il metallo privo di una adeguata struttura di supporto, ha iniziato a piegarsi. È stato allora che c'è stato bisogno dell'intervento di un tecnico altamente specializzato. Sì, ma come spiegare questa operazione senza sapere la lingua? A gesti naturalmente! Ed infatti grazie alla pazienza e all'esperienza di un buon fabbro, che ha saldato una barra di ferro di rinforzo, è stato possibile risolvere definitivamente il problema.
Una menzione speciale spetta a questo transatlantico stradale, una Honda Goldwing con sidecar, mezzo d'eccezione che non passa certo inosservato. È inevitabile non formulare qualche considerazione più o meno tecnica, dal prezzo sicuramente proporzionato alla stazza al consumo, dalla maneggevolezza nel traffico alla comodità in autostrada, dalla cilindrata alla stabilità in curva. Insomma un mezzo che divide sicuramente l'opinione dei motociclisti ma che in qualche modo li accomuna anche.
Breve digressione: l'asfalto francese è molto ben tenuto ed anche il traffico è ordinato. D'altronde ci sarà un motivo se le rotatorie vengono dette "alla francese": li tutti sanno come affrontarle a differenza del Belpaese dove ogni città prevede regole "tutte sue". Le auto in coda si spostano quando vedono arrivare le moto così da non creare ulteriori rallentamenti.
Gli ingressi ai musei e ai luoghi artistici sono gratuiti fino ai 25 anni per tutti e ciò ci ha permesso di risparmiare non poco.
La crepe non è solo dolce, anzi: la crepe salata è uno dei piatti più rappresentativi tipici della cucina bretone
Gli ingressi ai musei e ai luoghi artistici sono gratuiti fino ai 25 anni per tutti e ciò ci ha permesso di risparmiare non poco.
La crepe non è solo dolce, anzi: la crepe salata è uno dei piatti più rappresentativi tipici della cucina bretone
Una volta sul lago di Ginevra ci si sente ormai molto vicini a casa ma in realtà ci si trova ancora in mezzo alle Alpi. Tuttavia per accorciare le tratte sono stati scavati numerosi trafori. Scopriamo nel peggiore dei modi che oltre ad essere molto lunghi e costosi sono anche molto trafficati: l'attesa è di almeno due ore, forse più. In realtà è stata una decisione quasi scontata quella di fare la strada "alternativa" passando per il valico del Gran San Bernardo. Innumerevoli sono le curve che permettono la scalata fino a quasi 2500 metri. Dopo ogni manciata delle tortuosissime curve si avverte un netto calo di temperatura. Ciò ha imposto diverse soste per adeguare l'abbigliamento. Nonostante questo è stato impossibile resistere sul valico per più di qualche minuto. La discesa è stata particolarmente tranquilla: i molteplici strapiombi sulla nuda roccia costituivano un valido motivo per mollare il gas.
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