GEORGIA E ARMENIA
Un viaggio improvvisato alla ricerca di niente.
PREMESSA
1 Luglio 2018 “Giorno della partenza deciso: 14 Luglio! Dove vado? Mancano ancora 2 settimane, ci penseremo più avanti.”
7 Luglio 2018 “Ok, mancano 7 giorni alla partenza…forse è il caso di decidere. Dai è caldo, andremo in qualche posto alla ricerca del fresco.”
7 Luglio 2018 “Ok, mancano 7 giorni alla partenza…forse è il caso di decidere. Dai è caldo, andremo in qualche posto alla ricerca del fresco.”
10 Luglio 2018
Parto senza meta. FOTTESEGA.
ITINERARIO
IL FOTORACCONTO
Dall'Italia alla Georgia
Deciso ormai ad intraprendere un viaggio diverso dal solito, senza sapere né dove andare né cosa visitare e conscio del fatto che la meta stavolta non fosse poi così importante, il 14 Luglio 2018 punto la sveglia alle 5:00.
Risveglio agitato come sempre succede in questi casi. Infilo i pantaloni senza esserne troppo cosciente. La partenza è imminente. Tanti pensieri affollano la mente:
vado ad est? Oppure ad ovest?
Magari verso nord…
E se puntassi alla Russia? No, servirebbe il visto.
Boh…intanto parto.
Mi sento come dottor Jekyll e mister Hyde: la trepidazione per l'inizio del nuovo viaggio è incontenibile ma coesiste insieme ai mille dubbi di una partenza senza destinazione e senza certezza alcuna.
vado ad est? Oppure ad ovest?
Magari verso nord…
E se puntassi alla Russia? No, servirebbe il visto.
Boh…intanto parto.
Mi sento come dottor Jekyll e mister Hyde: la trepidazione per l'inizio del nuovo viaggio è incontenibile ma coesiste insieme ai mille dubbi di una partenza senza destinazione e senza certezza alcuna.
Deciso, punto verso est, vediamo dove porta la strada. Al confine Slovenia / Croazia ho il piacere di conoscere Norberto Ronchi e Barbara Urbani, coppia di motoviaggiatori in sella alle loro BMW GS (1200 lui e 800 lei). Qualche ora prima, osservando lo specchietto, vedevo una sagoma gialla che mi inseguiva e col passare dei chilometri capivo che era una moto anzi, per la precisione, due moto.
Lascio che si accostino durante la marcia e Roberto si avvicina salutandomi in italiano: ha sicuramente letto la mia targa che inizia con "AN". Solo quando ci rincontreremo alla dogana avremo modo di passare qualche minuto assieme raccontando un po' di noi a vicenda per poi augurarci buon proseguimento.
Lascio che si accostino durante la marcia e Roberto si avvicina salutandomi in italiano: ha sicuramente letto la mia targa che inizia con "AN". Solo quando ci rincontreremo alla dogana avremo modo di passare qualche minuto assieme raccontando un po' di noi a vicenda per poi augurarci buon proseguimento.
Bene, ho percorso più di 900 chilometri attraversando mezza Italia, la Slovenia e quasi tutta la Croazia...è giunta l'ora di trovare un posto per dormire. Per 16 euro una gentilissima signora croata mi rifila un sottotetto che ha però un bel balcone panoramico sulla città di Slavonski Brod. Il clima in città è di trepidazione: si stanno svolgendo i mondiali di calcio e la Croazia è in finale con la Francia!
Le auto sembrano impazzite e procedono a zig-zag nel traffico, suonano il clacson e sventolando la bandiera croata, alcune vetture hanno gli specchietti o gli spoiler (!) ricoperti da fondere con i colori della Croazia. Mentre raggiungo la mia camera la moto, per un attimo, ha un vuoto per poi continuare normalmente. Dopo poche centinaia di metri un altro vuoto che mi fa rallentare vistosamente. Sembra come se mancasse benzina...
Le auto sembrano impazzite e procedono a zig-zag nel traffico, suonano il clacson e sventolando la bandiera croata, alcune vetture hanno gli specchietti o gli spoiler (!) ricoperti da fondere con i colori della Croazia. Mentre raggiungo la mia camera la moto, per un attimo, ha un vuoto per poi continuare normalmente. Dopo poche centinaia di metri un altro vuoto che mi fa rallentare vistosamente. Sembra come se mancasse benzina...
Una notte rigenerante nonostante l'afa insopportabile. Appena sveglio il primo pensiero va subito alla moto e ai vuoti di erogazione del giorno precedente.
"Ma dove voglio andare se già ho problemi in Croazia?"
Cerco di allontanare dalla mente questi problemi mentre carico lentamente la moto e saluto l'anziana proprietaria...la Serbia mi aspetta. La Serbia non ha ancora abolito il roaming quindi non avrò internet nè potrò effettuare chiamate. L'intenzione è di attraversare il paese tutto d'un fiato e poter nuovamente usufruire della rete mobile allo stesso costo italiano una volta entrato in Bulgaria. Non va però esattamente così.
I vuoti di erogazione sono sempre più frequenti fino a che la moto non riesce più a procedere e si pianta in mezzo alla strada. La carreggiata è strettissima in quanto trattasi di una deviazione per lavori in corso e i camion mi sfiorano mentre mi soprassano incuranti.
"Ma dove voglio andare se già ho problemi in Croazia?"
Cerco di allontanare dalla mente questi problemi mentre carico lentamente la moto e saluto l'anziana proprietaria...la Serbia mi aspetta. La Serbia non ha ancora abolito il roaming quindi non avrò internet nè potrò effettuare chiamate. L'intenzione è di attraversare il paese tutto d'un fiato e poter nuovamente usufruire della rete mobile allo stesso costo italiano una volta entrato in Bulgaria. Non va però esattamente così.
I vuoti di erogazione sono sempre più frequenti fino a che la moto non riesce più a procedere e si pianta in mezzo alla strada. La carreggiata è strettissima in quanto trattasi di una deviazione per lavori in corso e i camion mi sfiorano mentre mi soprassano incuranti.
La mano tocca il mento e gioca nervosa con la barba, gli occhi analizzano la moto cercando un indizio, un tassello fuori posto per venire a capo del puzzle.
Aspetta, il serbatoio è pieno almeno fino a metà...il filtro della benzina non dovrebbe essere vuoto!
Mi gioco il viaggio che è la pompa della benzina.
Basteranno alcuni colpi con la testa del cacciavite per rimettere in funzione la pompa e arrivare alla piazzola di sosta dove procederò molto velocemente con la sostituzione on the road.
Risolto il problema, la moto è di nuovo perfetta. Ora bisogna recuperare il tempo perduto quindi...in marcia verso la Bulgaria! Anche questa volta non andrà esattamente così perchè a pochi chilometri dalla frontiera incontro una lunga coda di auto. Soprasso tutti ed arrivo in testa dove due auto della polizia sbarrano la strada a ridosso di una galleria.
Cerco di capire se il problema consiste nel tratto di strada sotto il tunnel ma uno dei poliziotti sfortunatamente mi riferisce quanto ipotizzavo: fanno passare le auto a scaglioni per permettere di smaltire l'ingorgo alla frontiera. Sono le 18.00 e non rimane altro che aspettare. Alle 19:00 circa riesco ad oltrepassare il posto di blocco ma subito incontro una nuova, lunghissima fila di auto.
Cerco di capire se il problema consiste nel tratto di strada sotto il tunnel ma uno dei poliziotti sfortunatamente mi riferisce quanto ipotizzavo: fanno passare le auto a scaglioni per permettere di smaltire l'ingorgo alla frontiera. Sono le 18.00 e non rimane altro che aspettare. Alle 19:00 circa riesco ad oltrepassare il posto di blocco ma subito incontro una nuova, lunghissima fila di auto.
Non rimarrò sicuramente in coda,
ho una moto, sorpasso tutti!
Riesco ad infilarmi nei più piccoli spazi tra auto, furgoni e i tir, ma la situazione peggiora mano a mano che mi avvicino alla frontiera. La corsia di emergenza è sempre li che tenta di sedurmi e alla fine cedo. Il nostro amore non dura a lungo dato che anche qui ci sono auto in fila.
Sono costretto a passare dentro canaloni ai lati della strada, su tratti erbosi, tratti fangosi, in mezzo alle persone fuori dai pullman, tra i camionisti che hanno apparecchiato e stanno cenando, tra bambini che giocano ecc ecc.
Alle 21.30 entro in Bulgaria.
Sono costretto a passare dentro canaloni ai lati della strada, su tratti erbosi, tratti fangosi, in mezzo alle persone fuori dai pullman, tra i camionisti che hanno apparecchiato e stanno cenando, tra bambini che giocano ecc ecc.
Alle 21.30 entro in Bulgaria.
Quello che ancora non sapevo è che l'inferno alla frontiera Bulgara sarebbe stato solo un piccolo assaggio dell'inferno che mi sarebbe aspettato per entrare in Turchia.
E se dico inferno, vuol dire APOCALISSE.
I rallentamenti iniziano decine di chilometri prima della dogana e si trasformano subito in coda. Anche in questo caso utilizzo la corsia di emergenza, sicuro di essere nel giusto dato che è proprio un poliziotto a farmi segno di utilizzarla. Addirittura ho notato la sua espressione stizzita come a dire: "beh, perchè non l'hai usata prima? Vuoi forse rallentare ulteriormente il traffico?"
Immaginate di essere su un larghissimo stradone di 5 corsie piene di macchine, suv, furgoni e camion in coda.
Temperatura segnata 45°C.
Il corpo completamente bagnato di sudore (il casco sgocciolava).
Mano sinistra paralizzata dall'uso intensivo della leva frizione.
Non lo auguro a nessuno ma hey, sono in Turchia!
I rallentamenti iniziano decine di chilometri prima della dogana e si trasformano subito in coda. Anche in questo caso utilizzo la corsia di emergenza, sicuro di essere nel giusto dato che è proprio un poliziotto a farmi segno di utilizzarla. Addirittura ho notato la sua espressione stizzita come a dire: "beh, perchè non l'hai usata prima? Vuoi forse rallentare ulteriormente il traffico?"
Immaginate di essere su un larghissimo stradone di 5 corsie piene di macchine, suv, furgoni e camion in coda.
Temperatura segnata 45°C.
Il corpo completamente bagnato di sudore (il casco sgocciolava).
Mano sinistra paralizzata dall'uso intensivo della leva frizione.
Non lo auguro a nessuno ma hey, sono in Turchia!
Decido di non fermarmi affatto ad Istanbul sia perchè è una delle megalopoli più popolose al mondo e occorrerebbero quindi diversi giorni per visitarla a dovere sia perchè la avevo ci ero già stato anni prima. La prima tappa turca è quindi Safranbolu, un sito UNESCO famoso per la conservazione della tradizionale architettura ottomana.
DAL DIARIO DI BORDO
Avevo percorso quasi 3000 km, alzai gli occhi al cielo: si stava riempiendo di nubi, nubi nere cariche di pioggia. Così mi accoglieva Amasya, nella Turchia centro-settentrionale, città con scorci di vita frenetica ma autentica. Un anziano cammina e tiene per la mano un bambino che, vedendo una pozzanghera, non perde tempo e ci si tuffa con entrambi i piedi. Il bambino esce dal fango con le ciabatte e i calzini completamente fradici e sporchi ma continua come se nulla fosse.Noto poco distante un'imponente altura e decido di raggiungerla. Dalla cima si gode di una vista su tutta la città e il cielo minaccioso rende tutto più suggestivo.
Inizia a piovere. Sempre più forte. È ora di trovare un posto per passare la notte.
Avevo percorso quasi 3000 km, alzai gli occhi al cielo: si stava riempiendo di nubi, nubi nere cariche di pioggia. Così mi accoglieva Amasya, nella Turchia centro-settentrionale, città con scorci di vita frenetica ma autentica. Un anziano cammina e tiene per la mano un bambino che, vedendo una pozzanghera, non perde tempo e ci si tuffa con entrambi i piedi. Il bambino esce dal fango con le ciabatte e i calzini completamente fradici e sporchi ma continua come se nulla fosse.Noto poco distante un'imponente altura e decido di raggiungerla. Dalla cima si gode di una vista su tutta la città e il cielo minaccioso rende tutto più suggestivo.
Inizia a piovere. Sempre più forte. È ora di trovare un posto per passare la notte.
E poi succede che ti costringi a guidare fino a notte fonda. Si, ti costringi perchè non te l'ha imposto nessuno ma vuoi raggiungere a tutti i costi la meta giornaliera. Ti ritrovi a guidare per chilometri e chilometri su un altopiano, su strade di montagna assolutamente buie e deserte. Durante tutta la giornata non credo di essere mai sceso sotto i 1800 mt di altezza e le temperature continuano a scendere vertiginosamente fino a 10°C. Quei pochissimi villaggi che attraverso sembrano disabitati se non fosse per i branchi di cani randagi che la fanno da padrone inseguendo tutto ciò che si muove.
La strada si allarga aggiungendo una corsia per lato, l'asfalto sembra buono, sono sugli 80 km/h e d'un tratto il vuoto.
Nel mezzo di una curva, l'asfalto di una delle due corsie finisce improvvisamente lasciando il posto ad un dislivello di circa 50 centimetri tra una corsia e l'altra. La moto inclinata su fondo ghiaioso perde aderenza, fa perno sulla corsia sopraelevata e in un battito di ciglia mi ritrovo a terra. Io e la moto siamo scivolati per pochi metri ma una valigia si è staccata e sto occupando l'intera corsia libera.
Con ampie bracciate riesco a fermare un'auto che sopraggiunge ma quella seguente è troppo veloce e per evitarci finisce rovinosamente sulla ghiaia. Nel frattempo rialzo la moto e cerco di rimontare la valigia il più velocemente possibile ma il proprietario esce dall'auto alterato e inizia ad urlare. So che ce l'ha con me ma faccio finta di niente continuando a sistemare la moto. L'uomo sembra agitarsi sempre più sia verbalmente sia fisicamente tanto da prendermi per un braccio cercando di portarmi non so dove.
Con ampie bracciate riesco a fermare un'auto che sopraggiunge ma quella seguente è troppo veloce e per evitarci finisce rovinosamente sulla ghiaia. Nel frattempo rialzo la moto e cerco di rimontare la valigia il più velocemente possibile ma il proprietario esce dall'auto alterato e inizia ad urlare. So che ce l'ha con me ma faccio finta di niente continuando a sistemare la moto. L'uomo sembra agitarsi sempre più sia verbalmente sia fisicamente tanto da prendermi per un braccio cercando di portarmi non so dove.
Sono costretto a divincolarmi con la forza, mettere in moto e letteralmente fuggire da quella situazione.
Georgia e Armenia
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare ho dapprima raggiunto l'Armenia per poi visitare, sulla via del ritorno, La Georgia. La spiegazione è semplice ma forse poco nota: il confine turco-armeno è infatti chiuso e non si può attraversare nè in un senso nè tantomeno nell'altro (anche la popolazione locale turca non aveva informazioni dettagliate in merito). Quindi, dato che sarei stato comunque costretto a riattraversare la Georgia, tanto valeva raggiungere intanto l'Armenia.
È stata lunga, ho attraversato tante dogane con attese di ore e chilometri di coda, superato vari controlli di sicurezza, evitato decine di auto kamikaze che non sapevano guidare, sostituito la pompa benzina, l'incidente notturno in Turchia, superato e respirato tanto di quello smog degli innumerevoli camion sovietici, lada scassate che non riuscivano a fare salite, strade letteralmente distrutte con voragini enormi ma dopo 8 giorni di viaggio e circa 4500 km, sono arrivato in Armenia!
Già dai primi chilometri di guida in Georgia di una cosa ero certo: al volante sono de pazzi furiosi! Pensavo di aver già visto tutto dopo aver guidato nel traffico africano ma qui andiamo veramente oltre. In realtà non si tratta di gente inesperta ma di persone totalmente spericolate!
In Armenia puoi trovare dall'anziano sulla Lada che procede a zig zag per evitare le voragini sull'asfalto (invadendo totalmente la corsia opposta) al criminale che sorpassa in curva cieca a velocità superiore ai 130 km/h. Auto che talmente esauste da non riuscire a salire piccole pendenze procedendo a 20 all'ora, camion sovietici anni 60 euro -1 che emettono enormi nuvoloni neri che persistono per chilometri.
ANEDDOTO
Ho incontrato una coppia di italiani, marito e moglie, che stavano girando l'Armenia con i mezzi pubblici e, discutendo sull'ospitalità delle persone, mi raccontano che un uomo ha accettato di dare loro un passaggio in cambio di nulla. Mentre percorrevano un tratto in leggera salita, l'auto ha iniziato a rallentare fino a fermarsi in una nuvola di fumo bianco. L'uomo alla guida non si perde d'animo, nota che manca l'acqua nel radiatore, prende un secchio, scende al fiume e lo riempie. Versa l'acqua nel radiatore e ripartono.
In Armenia puoi trovare dall'anziano sulla Lada che procede a zig zag per evitare le voragini sull'asfalto (invadendo totalmente la corsia opposta) al criminale che sorpassa in curva cieca a velocità superiore ai 130 km/h. Auto che talmente esauste da non riuscire a salire piccole pendenze procedendo a 20 all'ora, camion sovietici anni 60 euro -1 che emettono enormi nuvoloni neri che persistono per chilometri.
ANEDDOTO
Ho incontrato una coppia di italiani, marito e moglie, che stavano girando l'Armenia con i mezzi pubblici e, discutendo sull'ospitalità delle persone, mi raccontano che un uomo ha accettato di dare loro un passaggio in cambio di nulla. Mentre percorrevano un tratto in leggera salita, l'auto ha iniziato a rallentare fino a fermarsi in una nuvola di fumo bianco. L'uomo alla guida non si perde d'animo, nota che manca l'acqua nel radiatore, prende un secchio, scende al fiume e lo riempie. Versa l'acqua nel radiatore e ripartono.
Raggiungere il monastero Hayravank non è stato per nulla facile a causa della strada dissestata ma devo ammettere che è stato emozionante varcare la soglia. L'Armenia custodisce tra i più antichi monasteri di tutto il cristianesimo e questo edificio in particolare risale addirittura al IX secolo dc.
La costruzione si erge su uno sperone che scende a picco nel grande lago Sevan e sporgendosi è possibile vedere ed ascoltare le onde infrangersi sulle rocce. All'interno un ambiente austero e povero di decorazioni ma allo stesso tempo tranquillo e sereno. Questo luogo traspira spiritualità da ogni parete.
La costruzione si erge su uno sperone che scende a picco nel grande lago Sevan e sporgendosi è possibile vedere ed ascoltare le onde infrangersi sulle rocce. All'interno un ambiente austero e povero di decorazioni ma allo stesso tempo tranquillo e sereno. Questo luogo traspira spiritualità da ogni parete.
Non mi disse il suo nome ma ricordo bene il momento in cui incontrai questo pastore armeno.
Mi disse, indicando le sue pecore, che era arrivato a piedi dall'Azerbaigian.
Chiese un pezzo del mio pane.
Glielo diedi senza voler nulla in cambio.
Insistette perché accettassi una manciata delle sue nocciole.
Mi disse, indicando le sue pecore, che era arrivato a piedi dall'Azerbaigian.
Chiese un pezzo del mio pane.
Glielo diedi senza voler nulla in cambio.
Insistette perché accettassi una manciata delle sue nocciole.
Noratus (o Noraduz) è un altro di quei luoghi che per noi occidentali del nuovo millennio destano curiosità e meraviglia. Si tratta di un cimitero monumentale a cielo aperto risalente all'epoca medievale e che raccoglie centinaia di khachkar. Questi steli funerari sono costruzioni tipiche dell'Armenia e della regione del caucaso e proprio qui a Noratus è presenta la più alta concentrazione di tutto il paese.
Mentre mi addentro nel cuore del cimitero noto che l'area è piena di pecore che pascolano libere tra le tombe brucando l'erba. Si avvicina una donna che teneva in mano calzini, berretti, sciarpe e in genere dei manufatti realizzati in lana. Rifiuto diverse volte fino a quando la donna non si arrende. Inizia però a spiegarmi in un inglese/spagnolo/francese il significato di alcuni Khachkar. Queste opere sono infatti finemente lavorate ed ognuna riporta simboli e forme con un preciso significato.
Mentre mi addentro nel cuore del cimitero noto che l'area è piena di pecore che pascolano libere tra le tombe brucando l'erba. Si avvicina una donna che teneva in mano calzini, berretti, sciarpe e in genere dei manufatti realizzati in lana. Rifiuto diverse volte fino a quando la donna non si arrende. Inizia però a spiegarmi in un inglese/spagnolo/francese il significato di alcuni Khachkar. Queste opere sono infatti finemente lavorate ed ognuna riporta simboli e forme con un preciso significato.
La vecchietta sullo sfondo prima cerca di vendermi del pane tipico poi, quando capisce che ho già mangiato mostrandole fiero il mio gonfiore addominale, si intristisce con tanto di "ooh". Vedendo la moto mi chiede, o per lo meno intuisco, da dove vengo. Appena pronuncio "Italy" impazzisce chiamando, entusiasta come una ragazzina, la sua amica. Inizia una discussione in armeno che è in realtà un monologo in quanto non capisco una parola ma spiego a gesti l'itinerario percorso e quanti chilometri dista l'Italia.
Gli incontri quelli belli.
Gli incontri quelli belli.
Immaginate di essere reduci di una lunghissima galleria non illuminata e con l'asfalto che di punto in bianco scompare lasciandovi galleggiare sui ciottoli irregolari di una strada in costruzione. Credo sareste stremati come lo ero io.
Ero stanco a tal punto da dover fermarmi a lato strada perché non sentivo più le braccia. Si avvicina un russo, un inglese e un armeno (non inizierà una barzelletta) che si avvicinano e mi iniziano a parlare. Parlano, parlano e gesticolano nonostante io abbia fatto capire che non so nemmeno una parola della loro lingua. Uno dei tre, astutamente, tira fuori lo smartphone e pronuncia qualcosa poi mi mostra lo schermo. Era andato su Google traduttore per tradurre: "cosa possiamo fare per aiutarti?"
Ero stanco a tal punto da dover fermarmi a lato strada perché non sentivo più le braccia. Si avvicina un russo, un inglese e un armeno (non inizierà una barzelletta) che si avvicinano e mi iniziano a parlare. Parlano, parlano e gesticolano nonostante io abbia fatto capire che non so nemmeno una parola della loro lingua. Uno dei tre, astutamente, tira fuori lo smartphone e pronuncia qualcosa poi mi mostra lo schermo. Era andato su Google traduttore per tradurre: "cosa possiamo fare per aiutarti?"
Haghpat è sicuramente uno dei monasteri più importanti di tutta l'Armenia nonchè patrimonio UNESCO. Sorge circa 170 km a nord di Erevan, capitale dell'Armenia. Ci troviamo, anche in questo caso, in un luogo molto antico, basti pensare che nelle zone circostanti al monastero sono stati trovati reperti dell'età del bronzo mentre il fiume Debed che scorre a valle mostra tracce dell’uomo fin dall'era paleolitica.
Si lascia il veicolo nel parcheggio e si prosegue rigorosamente a piedi dirigendosi verso il cancello di entrata. Ci troviamo in un ampio spazio erboso dove trovano disposizione i vari edifici del complesso monastico. Gli interni sono molto bui, la luce entra a malapena e le sottili candele di cera sono innumerevoli contribuendo a creare un'atmosfera di estraniazione dal mondo esterno. Sembra di essere altrove, in un uno spazio separato dalla realtà.
Si lascia il veicolo nel parcheggio e si prosegue rigorosamente a piedi dirigendosi verso il cancello di entrata. Ci troviamo in un ampio spazio erboso dove trovano disposizione i vari edifici del complesso monastico. Gli interni sono molto bui, la luce entra a malapena e le sottili candele di cera sono innumerevoli contribuendo a creare un'atmosfera di estraniazione dal mondo esterno. Sembra di essere altrove, in un uno spazio separato dalla realtà.
Alcuni attimi rubati raccontano di persone incontrate in questo viaggio. A volte i volti, le espressioni e le rughe riescono a comunicare più delle parole.
1: Tassista con minibus.
Si guadagna da vivere conducendo i turisti ai monasteri dell'Armenia con il suo minibus anni '80. Conosce l'Italia perchè ci è stato un paio di volte.
2: Cameriere in pausa
Meritata pausa dopo una stressante giornata di lavoro. Finito il frenetico servizio di pranzo di siede un attimo ed osserva l epersone passare. Chissà cosa pensa...
3 - 4: Donne in preghiera
La spiritualità è molto sentita in Georgia e Armenia. Quest'ultima è stata il primo paese ad adottare il Cristianesimo come religione ufficiale.
5: Uomo sulle rive del fiume Aghstev
Sono a Dilijan, Armenia settentrionale, mi fermo per una pausa. Un gruppo di anziani lì vicino mi nota incuriosito. Quest'uomo mi chiede qualcosa ma non riusciamo a capirci. Riesco solo a dire che vengo dall'Italia. Un sorriso prende forma sul suo viso.
6: sacerdote con bambina
Non ho ben chiaro cosa stesse accadendo in quel momento. Una sorta di rito religioso dove il sacerdote si avvicina alla bambina e inizia a compiere dei gesti sulla sua fronte.
1: Tassista con minibus.
Si guadagna da vivere conducendo i turisti ai monasteri dell'Armenia con il suo minibus anni '80. Conosce l'Italia perchè ci è stato un paio di volte.
2: Cameriere in pausa
Meritata pausa dopo una stressante giornata di lavoro. Finito il frenetico servizio di pranzo di siede un attimo ed osserva l epersone passare. Chissà cosa pensa...
3 - 4: Donne in preghiera
La spiritualità è molto sentita in Georgia e Armenia. Quest'ultima è stata il primo paese ad adottare il Cristianesimo come religione ufficiale.
5: Uomo sulle rive del fiume Aghstev
Sono a Dilijan, Armenia settentrionale, mi fermo per una pausa. Un gruppo di anziani lì vicino mi nota incuriosito. Quest'uomo mi chiede qualcosa ma non riusciamo a capirci. Riesco solo a dire che vengo dall'Italia. Un sorriso prende forma sul suo viso.
6: sacerdote con bambina
Non ho ben chiaro cosa stesse accadendo in quel momento. Una sorta di rito religioso dove il sacerdote si avvicina alla bambina e inizia a compiere dei gesti sulla sua fronte.
Il cibo
Ed ora posso svelare il vero fine di questo viaggio: il cibo!
Scherzi a parte, adoro provare la cucina locale dei paesi che visito e sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla cucina del caucaso.
Scherzi a parte, adoro provare la cucina locale dei paesi che visito e sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla cucina del caucaso.
La pietanza che la fa da padrone è il khachapuri, una sorta di base di pizza con ripieno di formaggi vari. C'è da specificare che questa specialità cambia molto in base alla zona, ad esempio in un locale ho potuto provare una variante con ripieno di formaggio fuso e uova.
Il mio piatto preferito è però, senza ombra di dubbio, il (o meglio "i") Khinkali che visivamente potrebbero ricordare dei ravioli al vapore ma che in realtà non c'entrano nulla. I khinkali sono degli involtini di pasta ripiena di carne, verdure o misti e poi bolliti. Da mangiare assolutamente con le mani, altrimenti si perde il succo interno!
Il mio piatto preferito è però, senza ombra di dubbio, il (o meglio "i") Khinkali che visivamente potrebbero ricordare dei ravioli al vapore ma che in realtà non c'entrano nulla. I khinkali sono degli involtini di pasta ripiena di carne, verdure o misti e poi bolliti. Da mangiare assolutamente con le mani, altrimenti si perde il succo interno!
Attraversando l'intera Turchia ho avuto modo di assaporare diverse specialità culinarie. Il Kebab è sicuramente uno dei piatti più famosi ed è molto diverso dal Doner Kebab a cui siamo abituati. Infatti, mentre il Doner Kebab è del tipo "ghiros" ovvero infilzato su uno spiedo verticale, in Turchia i kebab sono si infilzati in uno spiedo ma posti in orizzontale sopra la brace ardente.
Se ordini una porzione, l'addetto prende un lungo forchettone di metallo e lo infilza nella carne, poi taglia la parte desiderata e lo serve senza estrarre l'utensile. Puoi ordinare un'altra porzione e ti arriverà un'altro forchettone con la carne infilzata. Di solito è accompagnato con pane/piadina cotta al momento e verdure o riso. Un gusto unico.
Se ordini una porzione, l'addetto prende un lungo forchettone di metallo e lo infilza nella carne, poi taglia la parte desiderata e lo serve senza estrarre l'utensile. Puoi ordinare un'altra porzione e ti arriverà un'altro forchettone con la carne infilzata. Di solito è accompagnato con pane/piadina cotta al momento e verdure o riso. Un gusto unico.
Sulla via del ritorno
Confine turco-georgiano, dialogo con il proprietario di piccolissimo bar/ristoro.
Lui: ti piace il pesce?
Io: squisito!
Lui: lo cucina mia moglie, lei è georgiana e abbiamo aperto questo bar a metà strada tra il mio paese e il suo
Io: e quindi tu sei turco?
Lui: si esatto e abbiamo anche un figlio che è quel cameriere là
Io: ma scusa quindi tu sei musulmano e hai sposato una georgiana cristiana? Pensavo fosse proibito...
Lui: si e abbiamo avuto dei problemi per questo ma non ci importa.
Noi ci amiamo.
Lui: ti piace il pesce?
Io: squisito!
Lui: lo cucina mia moglie, lei è georgiana e abbiamo aperto questo bar a metà strada tra il mio paese e il suo
Io: e quindi tu sei turco?
Lui: si esatto e abbiamo anche un figlio che è quel cameriere là
Io: ma scusa quindi tu sei musulmano e hai sposato una georgiana cristiana? Pensavo fosse proibito...
Lui: si e abbiamo avuto dei problemi per questo ma non ci importa.
Noi ci amiamo.
L'uomo con la camicia bianca è Yesuf, elettrauto turco che, dopo avermi visto guardare il cielo nero come la morte e vedendo che la pioggia stava aumentando, mi ha offerto riparo nella sua officina in attesa della fine del temporale.
Non c'è dialogo, non sa l'inglese ma ci sediamo vicini ad aspettare.
Io aspetto che la pioggia finisca mentre lui aspetta qualcuno con l'auto in panne. Non tarda ad arrivare il suo tè di benvenuto per confermare ancora una volta l'ospitalità di questo popolo. La storia continua ma ci sarà occasione più avanti per raccontarla.
Non c'è dialogo, non sa l'inglese ma ci sediamo vicini ad aspettare.
Io aspetto che la pioggia finisca mentre lui aspetta qualcuno con l'auto in panne. Non tarda ad arrivare il suo tè di benvenuto per confermare ancora una volta l'ospitalità di questo popolo. La storia continua ma ci sarà occasione più avanti per raccontarla.
E con questa poetica immagine della gloriosa twin sulle rive del Mar Nero si conclude questo fotoracconto. Rientrerò in Italia attraverso Turchia e Grecia evitando così le interminabili dogane dell'est Europa.
Alcuni dati per i più curiosi:
- circa 9000 km totali
- 10 nazioni attraversate
- 1 incidente
- tonnellate di Khinkali.
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