BLOCCATI NEL DESERTO: REPORT DI VIAGGIO SULLE RIVOLTE IN TUNISIA
Il 2018 inizia in maniera turbolenta per la Tunisia: le leggi sempre più severe e la corruzione constringono la popolazione ormai esausta a rivoltarsi e a manifestare per le strade
Se non l'hai già fatto, guarda il video di TUNISIA IN COMPAGNIA!
Mentre viaggiamo verso Tozeur, il paesaggio cambia sotto i nostri occhi: le sterminate distese di olivi lasciano via via il posto alle rocce e alla sabbia. I piacevoli chilometri vengono però interrotti a Metlaoui da alcuni uomini in mezzo alla strada che gesticolano animatamente facendo cenno di fermarci.
Non gli diamo troppo peso, d'altronde, in Tunisia troviamo in quasi tutti i villaggi persone curiose che vogliono fermarci per guardare questi due astronauti (portiamo il casco) su una moto che sembra nuova scintillante.Non diamo troppo peso nemmeno a tutte le auto ferme a bordo strada a fare non si sa bene cosa.
Dopo pochi minuti siamo costretti a fermarci: strade sbarrate primitivamente con un'accozzaglia di pali, bidoni, pneumatici in fiamme e persone.
Sono centinaia le persone che si sono riversate in strada per protestare ma non sembrano fare nulla: alcuni sono seduti, altri in piedi, altri sui motorini. Il loro intento è quello di bloccare la strada.
Metlaoui è infatti un importante nodo stradale per chi vuole raggiungere il sud della Tunisia dal nord (e viceversa) e, una volta arrivati in città , non esistono strade alternative che non allunghino il tragitto di ore e centinaia di chilometri.
Sono centinaia le persone che si sono riversate in strada per protestare ma non sembrano fare nulla: alcuni sono seduti, altri in piedi, altri sui motorini. Il loro intento è quello di bloccare la strada.
Metlaoui è infatti un importante nodo stradale per chi vuole raggiungere il sud della Tunisia dal nord (e viceversa) e, una volta arrivati in città , non esistono strade alternative che non allunghino il tragitto di ore e centinaia di chilometri.
Facciamo quindi retrofront e usciamo dal paese sperando in qualche strada parallela che aggiri l'ostacolo. Imbocco una sterrata secondaria che sembra andare nella giusta direzione. Inizia a piovere.
"Bene" penso, "Stiamo oltrepassando il centro del paese in linea d'aria, si può dire che siamo già fuori". L'entusiasmo dura però molto poco dato che iniziamo a notare auto ferme a bordo strada.
Tentano di bloccare ogni via d'accesso ma questa volta le barricate sono più aggressive, la gente urla, si agita ed è un via vai di gang in motorino che pattugliano la zona per evitare che qualcuno faccia il furbo e cerchi qualche scorciatoia. Provo ad avanzare con la moto ma in prossimità dello sbarramento un uomo mi urla contro delle parole incrompensibili che mai furono più chiare:
"Bene" penso, "Stiamo oltrepassando il centro del paese in linea d'aria, si può dire che siamo già fuori". L'entusiasmo dura però molto poco dato che iniziamo a notare auto ferme a bordo strada.
Tentano di bloccare ogni via d'accesso ma questa volta le barricate sono più aggressive, la gente urla, si agita ed è un via vai di gang in motorino che pattugliano la zona per evitare che qualcuno faccia il furbo e cerchi qualche scorciatoia. Provo ad avanzare con la moto ma in prossimità dello sbarramento un uomo mi urla contro delle parole incrompensibili che mai furono più chiare:
QUI NON SI PASSA!
Decido di non rischiare anche perchè questa volta non sono da solo e Maria comincia ad avere un po' di paura. Inverto nuovamente la direzione della ruota anteriore, accosto al lato della strada e mi incammino a piedi verso un'auto parcheggiata. A bordo ci sono quattro ragazzi sui 30 anni, ben vestiti, che abitano a Metlaoui...neanche loro possono passare. Alla mie richieste di spiegazioni in lingua esperanto, rispondono che neanche loro sanno quando la situazione si calmerà e potrà essere riaperta la strada. Può darsi tra un'ora, tra cinque o addirittura il giorno seguente.
Mi spiega che i tunisini protestano contro la corruzione e il carovita: le nuove leggi sempre più severe stanno innalzando i prezzi dei beni di prima necessità e l'unica arma che hanno a disposizione per attirare l'attenzione del governo e della polizia è la protesta violenta.
Mi spiega che i tunisini protestano contro la corruzione e il carovita: le nuove leggi sempre più severe stanno innalzando i prezzi dei beni di prima necessità e l'unica arma che hanno a disposizione per attirare l'attenzione del governo e della polizia è la protesta violenta.
Non possiamo aspettare per ore che la situazione si sblocchi, bisogna cercare subito un'altra via alternativa. Vedo in lontananza delle auto che stanno guidano in maniera casuale e disordinata...tentiamo! Dopo aver attraversato una discarica a cielo aperto ci ritroviamo su una pista sabbiosa / sassosa e si sa, i bagagli non vanno molto d'accordo con il terreno soffice.
Boom! Cado a terra ma fortunatamente senza alcun danno! Rialzo la povera Africa Twin carica come una barca e supero il tratto difficoltoso da solo mentre Maria mi segue a piedi.
Boom! Cado a terra ma fortunatamente senza alcun danno! Rialzo la povera Africa Twin carica come una barca e supero il tratto difficoltoso da solo mentre Maria mi segue a piedi.
Ben presto ci ritroviamo a guidare da soli, non sappiamo dove andare nè chi seguire se non il senso dell'orientamento. Anche il navigatore non mostra alcuna strada o traccia da seguire, sappiamo solamente in che direzione puntiamo.
Dopo molti chilometri incrociamo un cartello che punta verso qualcosa di indecifrabile ma decidiamo di seguirlo sicuri che da qualche parte ci porterà .
Dopo molti chilometri incrociamo un cartello che punta verso qualcosa di indecifrabile ma decidiamo di seguirlo sicuri che da qualche parte ci porterà .
I successivi chilometri scorrono lenti, interminabili e alternati solamente da momenti di smarrimento nel vero senso della parola. Tuttavia non demordiamo: è da molto che guidiamo e siamo fiduciosi di incrociare a breve una sterrata verso Tozeur.
Probabilmente la nostra voglia di proseguire e cercare una strada alternativa non ci ha fatto risparmiare tempo nè è stata la scelta più saggia ma è stata sicuramente un'avventura che ci ha permesso di sondare le nostre paure e i nostri limiti. Un'esperienza che difficilmente dimenticheremo.
E poi, volete mettere? Abbiamo visto i primi dromedari!
La fortuna è dalla nostra e in men che non si dica stiamo di nuovo sfrecciando su asfalto!
Probabilmente la nostra voglia di proseguire e cercare una strada alternativa non ci ha fatto risparmiare tempo nè è stata la scelta più saggia ma è stata sicuramente un'avventura che ci ha permesso di sondare le nostre paure e i nostri limiti. Un'esperienza che difficilmente dimenticheremo.
E poi, volete mettere? Abbiamo visto i primi dromedari!
Questo mio report non vuole assolutamente essere denigratorio nei confronti della Tunisia ma è solo una testimonianza di ciò che ci è capitato durante un periodo un po' complicato per il popolo tunisino a cui va la nostra solidarietà . Le proteste sono cessate dopo alcuni giorni e già da Febbraio 2018 la situazione è tornata alla normalità .
Non abbiamo mai avuto la sensazione di essere in pericolo anzi, abbiamo sempre trovato qualcuno pronto a darci una mano nel momento del bisogno. Detto questo...
Venite in Tunisia, vi stupirà !
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Alessandro Manoni
Alessandro, classe 1988, cresciuto a pane e Overland. La moto, una vecchia Africa Twin 650, classe 1988, con oltre 200.000 km.
